Il Territorio

Il Parco del Sasso Simone e Simoncello 

Il Parco Naturale del Sasso Simone e Simoncello è nato per tutelare un territorio di straordinaria valenza naturalistica e paesaggistica. L’ambiente manifesta i segni di un’interessante evoluzione geologica, dove il paesaggio collinare-montuoso è costituito dai massicci calcarei dei “Sassi” e dal Monte Carpegna.  Il bosco si anima specie nelle ore crepuscolari: i rapaci notturni come la civetta, il barbagianni, l’assiolo, l’allocco ed il gufo comune sono gli incontrastati signori della notte. Abituale spettacolo sono le scorribande di cinghiali e caprioli. In ambienti più selvatici si aggira anche il lupo appenninico, predatore tornato a popolare questi luoghi.
L’area attorno ai Sassi è occupata da una macchia di 800 ettari a dominanza cerro. La fascia altitudinale è caratterizzata da boschi di faggio, mentre il versante orientale del Carpegna è coperto da un rimboschimento di conifere. Tra le specie erbacee più interessanti il fiordaliso montano, i gigli martagone e di S.Giovanni, la carlina, la valeriana montana e l’anemone trifogliata.
In ogni stagione si può veramente apprezzare la bellezza del Parco: la primavera colora i prati delle fioriture di orchidee selvatiche, l’estate è rappresentata dal brillante verde dei boschi, l’autunno dal caratteristico foliage, mentre l’inverno vede ricoprire spesso il paesaggio da un candido manto nevoso.

Per effettuare una bella escursione, il nostro suggerimento è di partire dal versante toscano dell’area protetta, in particolare dalla località di Case Barboni: dal piccolo borgo rurale il sentiero CAI 61 porta in quota, attraversando le suggestive aree calanchive delle argille varicolori, per poi congiungersi al sentiero 17 in prossimità del limite della foresta, all’altezza dei “Sassi”. Si può optare di addentrarsi qualche centinaia di metri nel fitto del bosco per tentare la scalata al Simoncello, in prossimità del confine regionale, oppure piegare subito sulla destra, verso est, attraversando la frana di crollo di Sasso Simone dove sono visibili numerosi reperti fossili: risalendo verso il monte, sul crinale si vede già il “Grande Faggio”, albero secolare dalla grande chioma che assurge a sentinella del paesaggio. Qui incrociamo il sentiero 118 che proviene da Carpegna, e percorriamo il selciato per raggiungere la sommità di Sasso Simone, dove si trovano ancora i resti della Città del Sole, città-fortezza voluta da Cosimo I dei Medici. Il ritorno può essere fatto scendendo alla base della frana del Simone, ed oltrepassato il “Grande Faggio” scendere sulla destra verso il fosso e risalire poi verso il Monte della Scura, riprendendo il sentiero CAI 61. Da lì, piegando verso ovest, si fa ritorno al borgo di Case Barboni.

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Sestino, antico municipio romano,
i suoi borghi e il Parco Faunistico.

I Romani eressero Sestino a Municipio, testimonianza ne sono i numerosi reperti archeologici conservati nella sede dell'Antiquarium Nazionale. Qui sono raccolti busti, statue, un mausoleo in stile corinzio, dei bassorilievi, e documenti epigrafici in cippi di travertino. A Sestino sorge la Pieve di San Pancrazio, edificio risultato di grandi trasformazioni, ma dalla lunga storia: l'abside è la struttura della medievale Pieve romanica, mentre la cripta con colonna al centro e capitello carolingio è in stile ravennate. Nei pressi della Pieve, si possono visitare le aree archeologiche delle terme romane.
Nel territorio di Sestino sorgono numerosi borghi rurali in pietra, che meritano una visita: oltre Case Barboni, Petrella Massana, San Donato, Presciano, Casale, Lucemburgo e particolarmente caratteristico il borgo fortificato di Monterone. 
Segnaliamo il Parco Faunistico di Ranco Spinoso dove è possibile osservare da vicino Cervi, Daini, Caprioli e Mufloni. Presente una struttura organizzata con parcheggio e spazio coperto con cucina, barbecue, aree di sosta e altane per l'osservazione degli animali.

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Il Montefeltro, la Valmarecchia, la Valtiberina e la Riserva dell'Alpe della Luna.


Il Casale dei Barboni si erge in un luogo strategico per visitare l'entroterra di ben tre regioni, la Toscana con la sua Valtiberina e Riserva dell'Alpe della Luna, l'Emilia Romagna con la Valmarecchia, e le Marche con l'Alto Montefeltro.
Antichi borghi, castelli e rocche, opere d'arte, spiritualità francescana: tante sfumature e spunti per prendere l'auto e conoscere il territorio circostante.
Suggerimenti per gite fuori porta: 
Montefeltro: ne è il cuore Urbino, città natale di Raffaello, con il suo Palazzo Ducale la Galleria Nazionale delle Marche. Un itinerario in auto per l'alto Montefeltro marchigiano, alla scoperta di piccoli borghi (alcuni fortificati) potrebbe annoverare Belforte All'Isauro, Frontino, Carpegna, Pietrarubbia, Macerata Feltria e Sassocorvaro. 
Valmarecchia: si può iniziare il viaggio da Pennabilli, luogo caro al poeta Tonino Guerra, che ne ha fatto un "museo diffuso", per poi scendere in direzione di Rimini, fermandosi a visitare la rocca di San Leo, la Repubblica di San Marino, il castello di Verucchio o quello di Torriana-Montebello alla ricerca del Fantasma di Azzurrina. 
Valtiberina: si attraversa il valico montano di Viamaggio per costeggiare le pendici dell'Alpe della Luna e recarsi alla scoperta della Valle del Tevere, fiume che nasce dal vicino Monte Fumaiolo. Da visitare Sansepolcro, città natale di Piero Della Francesca, ed il suo museo civico, Anghiari, caratteristico borgo medievale famoso per la Mostra Mercato dell'Artigianato e Caprese Michelangelo che ha dato i natali al grande artista. 
Alpe della Luna: il suo crinale si staglia nel cuore dell'Appennino tra Badia Tedalda e Sansepolcro. Probabilmente il nome deriva dai riti pagani dedicati alla luna che vi si praticavano in antichità. Ai piedi dell'Alpe, l'erosione delle acque ha formato una cascata dove nei pressi del Sasso Spicco si diceva che San Francesco cantasse le sue laudi. Per chi cerca pace e spiritualità sulle orme francescane meritano una visita gli eremi di Montecasale, Cerbaiolo e la Verna.




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